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Prima Convenzione sulla
Società Civile organizzata


Bruxelles, 15 e 16 ottobre 1999


Discorso di apertura della sig.ra
Beatrice RANGONI MACHIAVELLI
Presidente del Comitato economico e sociale europeo




Do il benvenuto

Alla Sig.ra MÖNKÄRE Ministro del lavoro finlandese e rappresentante del Consiglio,

alla Sig.ra de PALACIO, vice-presidente della Commissione incaricata dei rapporti con le

istituzioni, e

al Presidente Jacques DELORS

che faranno gli interventi introduttivi alla Prima Convenzione della Società Civile Europea.


Do il benvenuto a tutti voi che avete accolto il nostro invito.



Esattamente un anno fa , in questa stessa sala sono stata eletta Presidente del CES.
Presentando il programma alla mia presidenza, avevo dichiarato:

“Siamo convinti che l’integrazione europea non potrà realizzarsi senza la partecipazione attiva e responsabile dei suoi cittadini e che il Comitato economico e sociale può – e quindi deve – diventare la casa della società civile così come essa si esprime a livello europeo”.

Per SCO intendiamo l’insieme delle organizzazioni, associazioni, organismi e strutture in cui operano attivamente i cittadini con obiettivi di interesse generale a carattere economico,sociale o civico. La SCO è dunque una società partecipativa, non statica, ma dinamica, in continua evoluzione. Per questo la nostra è la Prima società civile organizzata.

Il CES è parte integrante del sistema istituzionale europeo e ritiene a buon titolo di esprimere le esigenze della società civile organizzata, poiché in esso sono rappresentate le organizzazioni sindacali e patronali (CES, UNICE, COPA, UEAPME, ecc..), le associazioni di categoria, del commercio, dell’artigianato, delle cooperative, della mutualità delle libere professioni, dei consumatori, della difesa dell’ambiente, delle famiglie, delle ONG a carattere sociale cui appartengono i cittadini europei: i cosiddetti “corpi intermedi”.

Essi sono le colonne portanti della società civile in quanto portavoce dei cittadini, delle loro aspettative, delle loro richieste. E ciò non per la difesa egoistica e corporativa di interessi particolari, ma perché nel legame fra legittimi interessi, diritti e dover, si fonda l’universalità della democrazia, che pone al suo centro la coscienza civica e comunitaria del cittadino.

La Società civile non esiste dove non c’è la libertà. Infatti essa non può essere la libera aggregazione, intorno a valori positivi, di uomini e donne responsabili, uguali nella libertà.

Desidero ringraziare vivamente tutti coloro che hanno tanto lavorato per preparare e organizzare la Convenzione. Ringrazio inoltre tutte le personalità che ci onorano con la loro presenza, presenza che conferisce prestigio e autorevolezza alla nostra iniziativa. Non posso nominarli tutti in ragione del poco tempo a disposizione, mi limiterò a segnalare che sono presenti, fra gli altri i Presidenti dei CES europei e non, il Mediatore europeo SÖDERMAN, il Direttore generale agli Affari Sociali della Commissione LARSSON, i rappresentanti delle organizzazioni, economiche e socio professionali, il Segretario generale della CES GABAGLIO, il Segretario generale dell’UNICE HUDIG, Presidente dell’UEAPME BONETTI, IL Portavoce del Forum della Società civile DASTOLI, che fin dall’inizio hanno collaborato alla preparazione di questa Convenzione. Infine un grazie speciale a Jacques DELORS. Permettetemi di spiegare perché la sua partecipazione è tanto significativa e importante per noi.
Nel novembre del 1988, una lettera del Presidente della Commissione, e del Commissario agli Affari Sociali, invitava il CES a una riflessione globale sul contenuto possibile di una “Carta comunitaria dei diritti sociali fondamentali”, fu nominato relatore François STAEDELIN, il cui ricordo è sempre vivo in molti di noi. Nel febbraio del 1989 fu approvato il documento “Diritti sociali fondamentali comunitari” (Correlatore VASSILARAS). Nel 1992 fu istituito un sottocomitato con il compito di elaborare una relazione prima, e un parere d’iniziativa poi su “L’Europa dei cittadini”, di cui sono stata relatrice. Nel 1993 abbiamo organizzato una conferenza sullo stesso tema. I lavori furono introdotti dal Presidente della Commissione Jacques DELORS.

Ecco perché non potevamo fare a meno di lui. Questa Convenzione della Società civile rappresenta il seguito e lo sviluppo dell’impegno e delle varie iniziative che il Comitato ha preso durante gli ultimi anni e che erano incentrate sull’Europa dei cittadini e sulla cittadinanza europea intesa come garanzia dei diritti sociali fondamentali.
È opportuno ricordare che numerosi sono gli attori presenti nella società che desiderano far sentire la loro voce nel processo decisionale che, in una democrazia realizzata, deve coinvolgere l’intera società civile. In tal senso è importante che la Commissione europea parli anche di un dialogo civile da instaurarsi a completamento del dialogo sociale. Inoltre, a nostro avviso, sarà necessario che nell’ambito del dialogo civile si cerchi di consultare il maggior numero possibile di organismi e associazioni europee rappresentative, operanti nelle sfere socioeconomiche e professionali.

Con la tavola rotonda che seguirà l’intervento del Presidente DELORS,con la discussione sul parere SIGMUND, con gli altri interventi della mattinata, con i dibattiti che questo pomeriggio si svolgeranno nei tre “ateliers”, desideriamo sollecitare i rappresentanti della società civile a dibattere insieme a noi le principali questioni e i più pressanti problemi cui la società europea è confrontata.
La Convenzione sarà anche l’occasione di precisare il ruolo che il CES può svolger come canale istituzionale nel processo decisionale – per lo sviluppo di una società più aperta, più partecipativa e quindi più democratica. Così facendo, il Comitato si propone di collaborare ad avvicinare l’Unione ai cittadini e a realizzare la cittadinanza europea con il riconoscimento e la difesa dei diritti civili, economici e sociali.


Abbiamo una grande ambizione: dare un qualificato e qualificante contributo per allargare le frontiere della democrazia in Europa.

Grazie.





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