Pubblichiamo
una sintesi dell’intervento che Michele Capasso, presidente della Fondazione
Laboratorio Mediterraneo, tiene oggi all’inaugurazione Forum Civile Euromed
previsto a Castelvolturno.
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Il Mediterraneo non è solo geografia, storia, culture, religioni, tradizioni,
politica, economia: è soprattutto destino.
L’Italia,
quale presidente di turno dell’Unione europea, ha voluto affidare alla
Fondazione Laboratorio Mediterraneo (Flm), nel gennaio 2003, l’organizzazione
di questo Forum Civile Euromed: sia perché quest’istituzione rappresenta una
rete euromediterranea per il dialogo tra le società e le culture composta da
molteplici organismi della società civile, sia perché essa si è costituita sin
dalla sua nascita come attore attivo nel processo di partenariato
euromediterraneo.
La storia
La
Fondazione ha sostenuto i Forum Civili Euromed dall’inizio:
- Nel 1995 ha collaborato al I Forum Civile Euromed di
Barcellona, pubblicando gli atti in lingua italiana e presentando un documento
sul dialogo interculturale.
- Nel 1997 ha partecipato al Forum Civile Euromed di Malta
e ha organizzato il II Forum Civile Euromed qui a Napoli.
- Nel 1999 a Stoccarda la Fondazione ha condiviso la nuova articolazione dei
Forum Civili basata su un maggior coinvolgimento delle Ong su tematiche di
assoluto interesse: ambiente, diritti umani, sviluppo sostenibile.
- Nel 2002 a Valencia la Fondazione ha condiviso l’assoluta necessità di
pervenire a una riforma dei Forum Civili attraverso un processo democratico
partecipativo che assicurasse il massimo coinvolgimento nella designazione dei
partecipanti e nella definizione delle tematiche da trattare.
In
questo percorso s’inserisce questo Forum Civile Euromed che presenta una
sostanziale novità e un radicale cambiamento nella metodologia organizzativa
dei Forum Civili Euromed precedenti e che, per questo, può certamente definirsi
un “Forum di transizione”.
Si è stabilito di costituire un Comité de pilotage con il compito di
organizzare il Forum Civile Euromed 2003 di Napoli, composto da: Fondazione
Laboratorio Mediterraneo e rete italiana, organismi già organizzatori di Forum
Civili, rappresentanti della piattaforma di Ong per il Forum Civile e Forum
sindacale euromed.
Il
Comité de pilotage ha effettuato l’organizzazione del Fce, la redazione dei
programmi, la scelta dei criteri con cui individuare i partecipanti;
specificamente ha deciso di invitare rappresentanti di Ong che agiscono
prevalentemente nell’area dello sviluppo sostenibile, diritti, pace, giovani,
ambiente, migrazioni, empowerment femminile, sindacati.
E’
indispensabile sostenere il ruolo della società civile quale elemento
imprescindibile per assicurare progresso e sviluppo condiviso nello spazio
euromediterraneo. E’ una sfida politica, economica, sociale e culturale che
coinvolge tutti noi. L’interdipendenza tra uomini, società e spazi è ormai la
norma e le mutazioni scientifiche e tecnologiche, la globalizzazione economica
e finanziaria, la circolazione immediata dell’informazione conducono l’umanità
verso un futuro di omologazione.
Forum Civile
Quando
gli scambi internazionali si diffondono e si ingigantiscono, gli Stati, ma
specialmente la società civile, hanno la sensazione di vedersi sottrarre la
gestione del proprio mondo e si sentono imporre una monocultura.
Di
fronte a questa perdita di identità, specialmente nel Mediterraneo, grande è la
tentazione di rifugiarsi in se stessi, di cristallizzarsi su valori arcaici
radicati nel passato, in un clima di intolleranza che spesso conduce al
fanatismo, all’odio, al rigetto dell’altro.
Se vogliamo evitare che la Guerra fredda di ieri si trasformi oggi in un
suicidio culturale, agevolato dai massicci movimenti migratori internazionali
occorre, nel senso più ampio del termine, democratizzare la mondializzazione
prima che la mondializzazione snaturi la democrazia.
Da qui l’importanza straordinaria della Fondazione euromediterranea per il
dialogo tra culture e civiltà che l’Unione europea si appresta a costituire e
la cui nascita istituzionale avverrà proprio qui a Napoli, tra pochi giorni:
essa dovrà essere una “rete di reti di reti”, un insieme di “incontri di
incontri”, un luogo destinato per sua stessa vocazione a diventare il terreno
comune di un confronto e di un dialogo oggi indispensabili, insomma un'azione
forte e decisa, perché rivolta al futuro e fondata sulla speranza che i popoli
del Mediterraneo possano:
- acquisire una pace duratura;
-
lavorare per la ricostruzione economica, sociale e politica dei loro Paesi, nei
limiti delle frontiere oggi riconosciute;
-
vivere le loro differenze in perfetta armonia e con uno spirito di tolleranza,
dialogo e libertà;
Il contributo
della Fondazione
Come
contributo a quest’azione la Fondazione Laboratorio Mediterraneo, con le sue
sedi nei vari Paesi e la sua rete euromediterranea per il dialogo tra le
società e le culture, ha fatto il proprio dovere offendo — attraverso atti
ufficiali a tutti noti — la propria dote e l’insieme delle proprie strutture
(spazi fisici, servizi, competenze professionali, personale) alla nascente
Fondazione euromediterranea per il dialogo tra culture e civiltà.
La
Fondazione Laboratorio Mediterraneo, in dieci anni di attività, ha posto una
nuova visione di fondo e aperto uno spazio dove, con dialogo reiterato quasi in
un parlamento informale euromediterranea, comporre avverse passioni, superare
contrapposte ragioni, riprendere avviamenti troncati o trovare strade nuove
alla comprensione, al rispetto reciproco, alla pace e allo sviluppo condiviso.
Insomma essa ha creato il mazzo di carte per la partita euromediterranea.
Questo mazzo di carte lo offre ai politici, alle istituzioni, ma specialmente
alla società civile affinché, per richiamare un'immagine di Platone, ma cambiata
di senso, non si resti sul Mediterraneo come rane intorno a uno stagno ma,
superando gli intrighi del contingente, ci si elevi a una visione più alta e lo
si impieghi in un giuoco per tutti vincente.
Il Mare di mezzo: culla di civiltà
Il
motto della nostra Fondazione è pensare europeo e respirare mediterraneo:
questo paragone fisico ha ancora più valore oggi per riaffermare l’importanza
del Mediterraneo nelle politiche europee al fine di assicurare pace, progresso
e sviluppo condiviso; il nostro mare non deve essere la “bara” ma la “culla”
della nostra civiltà, un “mare per noi” che deve ritornare ad essere diviso
“tra noi” e non “da noi”.
Un’ulteriore
sfida da non perdere è che la società civile possa avere voce e referenzialità
nel dialogo tra istituzioni, Paesi e organismi: è questa la grande sfida per la
quale crediamo che il Forum Civile Euromed di Napoli costituisca un passo
significativo che apre strada alla visibilità e alla rappresentatività della
società civile euromediterranea in quanto voce sinergica, sia rispetto
all’Unione europea che all’interazione dei diversi Paesi euromediterranei,
tanto più nella prospettiva dell’allargamento ad Est.