IL
MATTINO
20/06/2007
Pitt e Clooney per i Coen in stile noir
Alberto
Castellano
Sereni, divertiti, incuriositi, sorpresi, soprattuto dal
traffico caotico. Insomma, turisti per caso. Abituati a Manhattan, Napoli dev’essere
apparsa loro come una colonia di Marte. Per la loro
visita all’ombra del Vesuvio, Joel ed Ethan Coen, registi cult della
scena americana, protagonisti di commedie nere e irriverenti come «Fargo», «Barton Fink» e «Il grande Leboski»,
ospiti d’onore ieri sera del Napoli Film Festival
2007, hanno chiesto libertà e discrezione, rifiutando conferenze stampa e
incontri ufficiali, tranne quello con il pubblico della multisala
Filangieri, ieri sera, dove sono stati proiettati
«Arizona junior» e, in anteprima per l’Italia, cinque sequenze e il trailer
(dieci minuti in tutto) del loro ultimo film, in concorso a Cannes,
«No Country for Old Men», che arriverà da noi solo a marzo prossimo (il
festival, ovviamente, ha reso omaggio ai fratelli con una retrospettiva
completa della loro produzione). Turisti per caso. Ethan
con la moglie Tricia Cooke
e i due figli, e Joel con la moglie, l’attrice Frances McDormand e il figlio Pedro, sono arrivati a Napoli
separatamente quattro e tre giorni fa. Ethan direttamente da Manhattan, Joel dalla Scozia,
dov’era in vacanza. Sono stati a Ischia, hanno
voluto vedere gli Scavi di Pompei e l’Orto botanico e si sono anche tuffati nei
vicoli del centro storico, zona Tribunali, dove hanno assaggiato una «vera»
pizza napoletana, fermandosi ogni tanto anche per assaggiare crocchè e taralli. «Buongustai molto curiosi di cibi nuovi»
li definisce Davide Azzolini, direttore generale del Napoli
Film Festival, che li ha scarrozzati per la città. «Napoli? Una città
bellissima, - esordiscono i Coen al Filangieri intervistati Antonio Monda -
ma non potremmo girare un film qui. Per noi è difficile immaginare una
storia che non sia americana». La
McDormand, invece, conquista il
pubblico così: «No, io no, per un set qui da voi sarei disposta anche a fare la
muta» (nel frattempo sperimenterà il teatro, recitando a Broadway
in «La ragazza di campagna» al fianco di Morgan
Freeman, con la regia di Mike
Nichols). A proposito dell’Italia, Ethan e Joel ricordano Mastroianni: «Una volta, poco prima che morisse, ci disse che gli avrebbe fatto molto piacere avere un ruolo in
un nostro film». Non poteva mancare una domanda su Quentin
Tarantino e le sue recenti, polemiche affermazioni
contro il nuovo cinema italiano, difeso poco dopo da Spike
Lee. Joel è stato molto
caustico in proposito: «Meglio non mettersi in una rissa tra
cani». Poi si parla di tecnica cinematografica: «Da tre anni abbiamo
abbandonato la moviola per il digitale. Non ci sono più tecnici che usano il
vecchio metodo. I film? Ce li montiamo noi. Il nome che vedete nei titoli è uno
pseudonimo». I prossimi film? «C’è il vecchio progetto di una storia ambientata
a Tokyo con Brad Pitt nel
ruolo di un soldato americano che, però, muore in un bombardamento, dieci
minuti dopo l’inizio. È un progetto da 60 milioni di dollari, Pitt lo si vedrebbe solo per dieci
minuti... insomma, sarà difficile trovare i finamziamenti».
Difficile anche un altro progetto: «La storia, ambientata nel
1967, di una comunità ebraica del Mid West, che
vorremmo realizzare con attori sconosciuti, provenienti dal teatro. Sarà
una sfida». È una realtà, invece, «Burn After reading». Dopo la breve
trasferta napoletana Joel ripartirà
per New York, Ethan resterà in zona. A Capri,
nell’ambito della seconda edizione di «Le Conversazioni», sarà protagonista di
un reading sul rapporto tra cinema e letteratura in
programma il 28 giugno. Subito dopo, però, raggiungerà il fratello a a New York per cominciare le
riprese di «Burn After Reading», che metterà di nuovo insieme, poco tempo dopo «Ocean’s Thirteen»,
nientemeno che Brad Pitt e George Clooney, che con i Coen ha già girato «Fratello, dove sei?» e «Prima ti sposo, poi ti rovino». È una commedia nera anche «Burn After Reading».
Tratta dal libro «Burn Before
Reading: Presidents, Cia Directors and
Secret Intelligence», scritto dall’ex direttore della Cia
Stanfield Turner, il film è
la storia di un ex agente che sta raccogliendo le sue memorie in un libro, ma
perde il cd-rom su cui le ha scritte in una palestra. A trovare il dischetto è
un istruttore che pensa si tratti di documenti segreti
e decide di venderli al miglior offerente per pagarsi degli interventi di
chirurgia plastica (che, si sa, costano un occhio della testa). L’ex agente Cia è interpretato da John Malkovich, Pitt è l’istruttore
che trova il dischetto, Clooney un ex agente del
Tesoro che si trova coinvolto nell’avventura. «Ne faremo anche una versione
teatrale ambientata a Broadway», concludono
i fratelli. «Perché giriamo il film a New York? Perché ci viviamo. E così
risparmiamo».