aPPELLO A BERLUSCONI E PRODI PER IL MEDITERRANEO
Cari
Presidenti,
ciascuno di voi si è prodigato per promuovere il dialogo tra le culture,
specialmente nello spazio euromediterraneo.
Lei, presidente Berlusconi, si era caratterizzato per un’apertura con i
Paesi non aderenti al Processo di Barcellona, primo fra tutte la Libia e,
ironia della sorte, proprio questo Paese è il focolaio dei recenti tragici
scontri alimentati dalla dissennatezza di un ministro del suo governo.
Lei presidente Prodi, alla guida della Commissione europea, si era
contraddistinto nel costituire un “Gruppo di saggi” – tra i cui membri
Predrag Matvejevic’ - quale guida per il dialogo tra le culture: un grande
impegno a cui l’attuale Presidente della Commissione europea non ha fornito
il dovuto seguito ed i pochi programmi in essere annegano in sterili
burocratismi che impediscono azioni concrete.
Il corposo programma dell’”Unione” e quello sintetico della “Casa delle
Libertà” non hanno traccia di un’azione netta per l’ “Alleanza delle
Civiltà” e, specialmente, per il dialogo tra Europa e Mediterraneo.
Sin dal 1994 la nostra “Fondazione Mediterraneo” è stata premonitrice di
tutto quanto poi si è verificato e, ancora una volta, nei giorni scorsi –
proprio alla vigilia dei fatti di Libia - ha presentato il “Manifesto per le
Alleanze tra le Civiltà del Grande Mediterraneo”, che trova crescenti
adesioni a dimostrazione dell’urgenza di soluzioni al problema e che vi
invitiamo a sottoscrivere.
L’Italia, naturale passerella dell’Europa nel Mediterraneo, tra i pochi
Paesi in cui è possibile “Pensare europeo” e “Respirare mediterraneo”,
dovrebbe essere capace di una piena accoglienza nel rispetto dei culti e
delle diverse culture, come voi, Presidenti Prodi e Berlusconi, continuate
ad affermare.
Che fare?
Nel giorno in cui Lei, Presidente Prodi, inaugura a Napoli la campagna
elettorale dell’Ulivo con lo slogan “Incontriamoci”, e a meno di un mese
dalla Sua programmata visita a Napoli, Presidente Berlusconi, per chiudere
la campagna elettorale della Casa delle Libertà, ci permettiamo rivolgere a
Voi questo appello.
Il Mediterraneo, l’Europa e l’Islam hanno un interesse vitale a seguire un
altro cammino da quello a cui spingono la crociata statunitense e la
risposta del fondamentalismo islamico: la via della collaborazione ed intesa
è la sola necessaria per tutti.
L’Italia, in tale contesto, è tra i pochi Paesi che può attuare una politica
di collaborazione e solidarietà aiutando a ricordare che la civiltà europea
ha verso l’Islam un grande debito, poiché l’Europa occidentale ha dovuto il
suo risveglio in gran parte alla civiltà islamica.
Il destino del Mediterraneo, dell’Europa e dell’Italia sono, per questo, piú
legati di quanto non si creda.
In un clima di confusioni e, soprattutto, di ignoranza, occorre essere
capaci di dare risposte concrete soprattutto ad uno dei problemi principali
costituito dall’inclusione nelle diversità.
Il dialogo tra le culture non si è dimostrato uno strumento efficace e,
specialmente in Europa, si tratta di affrontare, tra le altre, due
problematiche:
• Essere capaci di integrare le comunità dei vari paesi, in modo da
diventare più “diversi” e cosmopoliti.
• Essere capaci di accogliere la Turchia, quando questo paese avrà raggiunto
una democrazia completa.
Una via risolutiva più che essere ricercata all’esterno dell’Europa crediamo
vada individuata al suo interno ribaltando i problemi: non è solo la Turchia
a dover essere in grado di aderire all’Unione europea ma, essenzialmente,
deve essere l’Europa capace di “accogliere” la Turchia.
Abbiamo parlato di “accogliere” e non di “tollerare”.
Una società integrata cosmopolita, come dovrebbe essere quella europea, non
ha più bisogno del concetto di “tolleranza”, che in tempi recenti ha
prodotto guerre fratricide e danni irreparabili.
Occorre oggi affermare il concetto di inclusione nelle diversità a cui
associare saldamente quello di “ospitalità” che è più ampio. L’”altro” deve
essere parte integrante della stessa “casa” rispettando le regole di
comportamento e, al tempo stesso, la “casa” deve saperlo accogliere senza
pregiudizi.
Tutti insieme dobbiamo creare una grande coalizione di valori e di interessi
condivisi e condivisibili.
Cari Presidenti,
la politica italiana dovrebbe prevedere la costituzione di un apposito
“Ministero per il Mediterraneo”: lo abbiamo già detto dieci anni fa e lo
ripetiamo ora. Il compito di questo dicastero – possibilmente attraverso
meccanismi privi di inutili burocrazie – dovrebbe essere quello di costruire
“Alleanze tra le Civiltà”, che significa promuovere il dialogo e, con esso,
lo sviluppo condiviso.
Questo punto specifico, vista l’emergenza e l’urgenza, dovrebbe costituire
un comune denominatore ai programmi dei vostri due schieramenti in campo.
Così come accaduto per risolvere l’emergenza della Banca d’Italia – con la
felice soluzione da tutti condivisa del Governatore Draghi – allo stesso
modo è indispensabile considerare la crisi in atto nel Mediterraneo e, in
generale, tra Islàm e Occidente, come un’emergenza di portata storica che
richiede soluzioni condivise da tutti.
Caro Presidente Prodi, Caro Presidente Berlusconi,
abbandonate per un attimo il clima della competizione “agguerrita” per dare
un segnale “alto” al Paese e al Mondo.
L’”Unione” e la “Casa delle Libertà” - giustamente alternativi nei loro
programmi - presentino un solo punto comune con una linea di programma
condivisa: la promozione del dialogo tra le varie culture dell’area
euromediterranea mediante la valorizzazione e l’utilizzo di organismi ed
istituzioni che da tempo si dedicano a questa azione coordinate da un
apposito “Ministero per il Mediterraneo”, guidato, in questo caso, da un
ministro degno e competente - non importa a quale schieramento appartenga –
capace di navigare nelle acque inquiete del Mediterraneo per affrontare le
emergenze in campo lasciandosi guidare non dalla “destra” o dalla
“sinistra”, ma dal Nord, dal Sud, dall’Est e dall’Ovest e, spesso in assenza
di bussola, dalle “stelle” della solidarietà e della competenza attiva.
Non mancano i criteri – quando si vuole rigidi e scientifici - per
ricercare, a tal fine, istituzioni e professionalità capaci di dimostrare
con i fatti la propria indiscussa competenza.
Michele Capasso
Presidente della Fondazione Mediterraneo
Predrag Matvejevic’
Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Mediterraneo |