Il logo della Fondazione Mediterraneo

Condividiamo valori
Combattiamo le ineguaglianze
Costruiamo la pace

Il nostro portalevideo
 Inglese Francese Italiano 
*

Home page

*
*
*

Chi siamo

*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
*
Partenariato Euromediterraneo
*

L'Unione per il
   Mediterraneo

Unione per il Mediterraneo
L'Unione europea e il
   Mediterraneo
Conferenze
   Euromediterranee
Organismi e Programmi
Documenti
Delegazioni UE-MED
Informazioni siti web
Il video
 
* *

COSTRUIRE PONTI, NON MURI


DICHIARAZIONE FINALE
FORUM CIVILE EUROMED

Napoli, 28-30 Novembre 2003


Dal 28 al 30 novembre 2003, oltre 300 partecipanti provenienti dall’area euro-mediterranea si sono riuniti a Napoli nel Forum Civile Euromed per discutere la promozione dello sviluppo sostenibile e del rafforzamento della società civile nel contesto del Partenariato euro-mediterraneo.

Il Forum è stato organizzato dalla Fondazione Laboratorio Mediterraneo, sotto la responsabilità di un Comité de pilotage, con la collaborazione della Piattaforma di ONG per il Forum Civile Euromed, e con il contributo della Commissione Europea e della Fondazione Laboratorio Mediterraneo.

Abbiamo adottato la presente dichiarazione indirizzata alla Conferenza dei Ministri degli Esteri del Partenariato Euro-Mediterraneo, prevista per il 2 e 3 dicembre 2003 a Napoli :

1. Noi, rappresentanti del Forum Civile EuroMed, abbiamo il desiderio comune di costruire ponti di solidarietà in un’area che ha bisogno di urgenti riforme che portino effettivi cambiamenti nella vita delle persone. Noi ci siamo incontrati per andare insieme al di là dei cambiamenti superficiali che il Partenariato Euro-Mediterraneo (PEM) ha prodotto finora nella regione e liberarci dei vincoli e delle pressioni contrastanti derivanti dalle politiche commerciali unilaterali di liberalizzazione, nonché dalle crescenti tensioni politiche nella regione.

2. Crediamo che la pace e la sicurezza nella regione ed il rispetto delle decisioni ONU siano il fondamento per il successo del PEM.

3. Condanniamo il perdurare dell’occupazione dell’Iraq ed il conseguente ciclo di violenze nella negazione delle decisioni delle Nazioni Unite. Siamo inoltre profondamente preoccupati per la violazione del diritto internazionale e dei diritti umani causata da una lotta contro il terrorismo, che sarebbe altrimenti legittima.

4. Inoltre, l’intensificarsi dell’occupazione della terra Palestinese da parte di Israele, la persistente violazione dei diritti del popolo palestinese ed i conseguenti attacchi suicidi hanno portato ad un ciclo di violenza e di insicurezza senza precedenti in Palestina e in Israele. Le realtà devastanti prodotte dal muro di separazione, che cerca di distruggere le prospettive di uno Stato palestinese vitale, sono la negazione di tutti i valori su cui si basa il processo di Barcellona.

5. Chiediamo ai Governi del Partenariato EuroMed di operare attivamente per ristabilire immediatamente il rispetto del diritto internazionale, del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani e porre termine all’occupazione dell’Iraq e della Palestina, con l’aiuto delle Nazioni Unite.

6. A Napoli, abbiamo accolto calorosamente i partecipanti della società civile provenienti dai futuri Paesi membri dell’UE.
Chiediamo ai Governi dei futuri Stati Membri dell’UE di partecipare pienamente al Partenariato Euro-Mediterraneo e di contribuire attivamente alla promozione degli ideali di democrazia e dei diritti umani, della partecipazione della società civile, del turismo sostenibile e dello scambio culturale, su cui si basa la Dichiarazione di Barcellona. Insistiamo sul fatto che la nuova politica di vicinato dell’UE non riduce la rilevanza del Partenariato, ma accresce l’importanza della sua dimensione regionale.

I partecipanti di Napoli hanno esaminato una gamma di questioni relative al rafforzamento della società civile, allo sviluppo sostenibile e all’occupazione. Una sintesi dei dibattiti e delle raccomandazioni del Forum Civile e delle consultazioni nazionali che hanno preceduto il Forum sarà inviata ai Ministri in un rapporto separato. Qui, noi desideriamo illustrare i seguenti punti in previsione della Conferenza Ministeriale:

7. La regione mediterranea è caratterizzata da una povertà diffusa, col 30% della popolazione dei Paesi meridionali che vive con meno di 2 dollari al giorno e con uno sviluppo economico che aggrava la situazione economica di una parte della popolazione. Essa è minacciata da gravi e persistenti problemi ambientali, dovuti alla natura della attività economiche e all’assenza di efficaci interventi governativi. Per quanto riguarda i diritti umani, la situazione si è generalmente aggravata negli ultimi 8 anni e c’è un’urgente necessità di stabilire, rafforzare e garantire la parità dei generi, la dignità e la partecipazione delle donne.

8. Lo sviluppo sostenibile deve diventare un obiettivo centrale del PEM. Mentre il concetto figura in molte dichiarazioni politiche, la realtà va in una direzione diversa. Chiediamo alla Commissione europea di realizzare finalmente la Valutazione di Impatto sulla Sostenibilità che aveva promesso a Stoccarda nel 1999, accolta a Valencia nel 2002 dai Ministri degli Esteri, che chiesero il suo avvio entro la fine di quell’anno.

9. Chiediamo ai Ministri di adottare lo schema di una Strategia Euro-Mediterranea per l’Integrazione Ambientale, elaborato dalla Conferenza dei Ministri dell’Ambiente del PEM svoltasi ad Atene nel 2002, e di decidere sulla sua immediata attuazione.

10. Siamo profondamente preoccupati per le prospettive occupazionali nella regione, per le donne, i giovani e le persone con esigenze speciali. Chiediamo ai Governi di organizzare una Conferenza Euro-Mediterranea dei Ministri del Lavoro per esaminare la situazione e progettare politiche e strumenti urgenti per sanare la situazione della disoccupazione.

11. Chiediamo agli Stati membri del PEM di realizzare strumenti economici e finanziari per sanare gli squilibri commerciali nella regione. Chiediamo che gli accordi di associazione non portino ad un deterioramento della situazione socio-economica nel Sud. A tal proposito ricordiamo che nessun vero partenariato può funzionare senza un’integrazione sub-regionale nel Sud, basata sull’empowerment delle loro capacità produttive e competitive e sul rispetto delle norme di legge oltre che su un ambiente che consenta un investimento produttivo.

12. Chiediamo ai Ministri di avviare, con la piena partecipazione della società civile, lo sviluppo di una politica per un’Agricoltura Mediterranea Sostenibile e per lo Sviluppo rurale destinata ad assicurare una vita rurale migliore, la tutela ambientale e la sicurezza alimentare, da adottare nella loro prossima riunione.

13. Chiediamo ai Governi di considerare l’immigrazione come una risorsa ed un bene culturale per lo sviluppo della regione e non come un persistente problema di sicurezza.

14. Chiediamo, in generale, che le considerazioni e misure sociali siano integrate nelle politiche del PEM e che sia incoraggiato il dialogo sociale nei Paesi.

15. Sollecitiamo i Governi a chiedere alla Banca Europea degli Investimenti (BEI) e alla nascente Struttura per l’Investimento Euro-Mediterraneo di operare sulla base di rigidi standard ambientali, sociali e relativi ai diritti umani per tutte le loro attività nella regione, elaborandoli e revisionandoli periodicamente, con un significativo coinvolgimento delle organizzazioni della società civile della regione.

16. Esprimiamo l’esigenza che il Partenariato introduca politiche e misure che rafforzino la società civile e la sua effettiva partecipazione al PEM.

17. In questo contesto, chiediamo ai Governi del PEM di porre termine alle attuali politiche dei visti e ad altri impedimenti alla libera circolazione, che da molti anni complicano sistematicamente le riunioni della società civile EuroMed, compresa questa di Napoli, vessando gli attori della società civile, offendendo la loro dignità e conseguentemente impedendo di fatto che si incontrino.

18. Rafforzamento della società civile significa innanzitutto rispettare le norme di legge e fornire alla società civile i mezzi giuridici per agire. Significa effettivo rispetto della libertà di associazione, di riunione e di espressione in tutti i Paesi del PEM, compreso il diritto di istituire sindacati e organizzarsi in essi.

19. Ciò implica, inoltre, il rilascio di tutti i prigionieri per motivi di opinione e la cessazione degli attuali attacchi e vessazioni contro i difensori dei diritti umani in molti Paesi del PEM. Significa anche sostenere efficacemente il loro diritto ad agire in conformità alla Dichiarazione ONU sui Difensori dei Diritti Umani del Dicembre 1998, compreso il loro diritto a ricevere incondizionatamente fondi internazionali.

20. Esso implica la garanzia dei diritti delle minoranze e dei profughi, dovunque essi vivano, oltre alla lotta contro ogni tipo di razzismo e xenofobia. Implica, inoltre, piani e strategie efficaci per integrare le donne in tutti gli aspetti del Partenariato attraverso un’azione forte e il mainstreaming di genere dei tre panieri del PEM. Un pre-requisito per il raggiungimento di questi ultimi obiettivi è la rimozione delle riserve alla Convenzione per l’Eliminazione della Discriminazione contro le Donne (CEDAW) da parte di tutti i Paesi del PEM e la sua applicazione nelle legislazioni nazionali come priorità essenziale per l’agenda politica del Partenariato.

21. Accogliamo con favore la Comunicazione della Commissione sul Rafforzamento della Democrazia nel Mediterraneo e chiediamo ai Governi del PEM di dare priorità assoluta alla sua effettiva attuazione. Raccomandiamo di istituire un organismo giuridico per tenere sotto controllo la clausola sui diritti umani negli Accordi di Associazione.

22. Abbiamo discusso sugli aspetti culturali del PEM ed abbiamo convenuto che il suo compito prioritario deve essere la creazione delle condizioni necessarie per lo scambio culturale su basi paritarie. Insistiamo sul fatto che, per essere credibile, la Fondazione per il dialogo fra le culture deve godere di uno status giuridico indipendente e ricevere un finanziamento importante. Chiediamo alla Fondazione di sostenere e promuovere la dimensione contemporanea delle culture, la mobilità di tutti gli attori culturali e la loro indipendenza dai poteri politici e religiosi, e di basare la sua attività sulla realtà di coloro che operano sul campo.

23. Desideriamo mettere in evidenza il nuovo approccio partecipativo del Forum Civile di Napoli, che ha introdotto cambiamenti qualitativi nel rapporto della società civile con il PEM. Ciò conferma l’esistenza di una società civile EuroMEd indipendente e vitale che è più che mai desiderosa di forgiare alleanze, potenziare solidarietà e costruire ponti in tutta la regione Euro-Mediterranea. Auspichiamo stretti contatti e dialogo con un’Assemblea Parlamentare EuroMed impegnata e trasparente.

24. Infine, chiediamo ai Governi del PEM di adottare un Piano di azione per la società civile nella regione EuroMed e di includere sistematicamente il dialogo con la società civile a tutti i livelli nei suoi comportamenti e processi decisionali. Vorremmo che l’opportunità, data durante la recente Conferenza Ministeriale PEM di Creta, di discutere direttamente con i Ministri gli esiti dei dibattiti del Forum Civile diventasse un procedimento regolare.

 

***
***
***
* *