EUROMED: LA FLM
LANCIA UN APPELLO ALLE REGIONI
(ANSAmed) -
NAPOLI, 2 MAG - In occasione dell'incontro tra i Governatori delle
Regioni del Mezzogiorno convocato a Napoli per domani 3 maggio, il
Comitato Esecutivo della Fondazione Laboratorio Mediterraneo -
Maison de la Méditerranée (Michele Capasso, Walter Schwimmer,
Claudio Azzolini, John Esposito, Predrag Matvejevic e Caterina
Arcidiacono) ha inviato un articolato documento che si conclude con
un accorato appello: i neo-Governatori dovranno essere capaci di
trasformare una diffusa e sterile 'identita' dell'Esseré - da sempre
associata all' 'Amore per il Potere' - in una indispensabile 'identita'
del Faré da associare al 'Potere dell'Amoré: per il dialogo, per lo
sviluppo condiviso, per la giustizia sociale e per la pace nella
regione euromediterranea. 'Questa - si sottolinea nel documento - e'
una sfida etica, politica, economica, sociale e culturale che deve
coinvolgere le Regioni euromediterranee e specialmente quelle del
Mezzogiorno d'Italia. Quando gli scambi internazionali, nel
Mediterraneo come altrove, si diffondono e si ingigantiscono, gli
Stati, ma specialmente i cittadini, hanno la sensazione di vedersi
sottrarre la gestione del proprio mondo e si sentono imporre una
monocultura. Di fronte a questa perdita d'identità grande è la
tentazione di rifugiarsi in se stessi, di cristallizzarsi su valori
arcaici radicati nel passato, in un clima di intolleranza che spesso
conduce al fanatismo, all'odio, al rigetto dell'Altro. Bisogna
evitare che la guerra fredda di ieri si trasformi in un suicidio
cultuale, agevolato da massicci movimenti migratori internazionali:
occorre, quindi - nel senso più ampio del termine - 'democratizzare
la mondializzazione prima che la mondializzazione snaturi la
democrazia'. Da ciò deriva l'importanza straordinaria delle Regioni
perché, grazie alla loro dimensione circoscritta, possono essere
portatrici di un vero dialogo tra diverse culture e, con esso, di
uno sviluppo economico condivisò. 'La Fondazione Laboratorio
Mediterraneo - continua il documento - con le sue sedi e uffici
nelle Regioni del Mezzogiorno d'Italia, è un riconosciuto strumento
competente per assistere questo processo d'innovazione delle Regioni
del Sud dell'Europa verso il Mediterraneo. Già nel giugno 2000, la
Fondazione offrì a titolo non oneroso, al Ministero degli Affari
Esteri ed alle Regioni del Sud (Abruzzo, Basilicata, Calabria,
Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia) destinatarie dei Fondi
strutturali, il proprio contributo elaborando studi di fattibilità
per progetti di internazionalizzazione culturale ed economica
riguardanti le citate Regioni e il Mediterraneo. L'ipotesi fu quella
di costituire una 'Rete di centri di eccellenza' e coordinamento
nell'area euromediterranea valorizzando le specifiche competenze di
Regioni e collettività locali del Mezzogiorno d'Italia: la
'Sicurezza alimentare' a Benevento; il 'Turismo balneare' a Vico
Equense; le 'Medicine tradizionali' a Fisciano; le 'Culture
immateriali per ragazzi' a Giffoni Valle Piana; l"Arte della
Ceramicà a Cerreto Sannita; i ¿Luoghi di accoglienza delle religionì
a Pietrelcina; i 'Siti ipogei' a Matera; le 'Minoranze linguistiche'
a Campobasso; la 'Tradizione mitologica' a Bari; le 'Migrazioni' a
Lecce; le 'Nuove poverta'' a Cosenza; la 'Siccita' e
desertificazioné a Porto Torres; le 'Isole' a Lipari; la 'Cultura
alimentare' a Chieti e via dicendo. Una imponente 'architettura di
progetti in rete' che avrebbe consentito un sapiente uso di oltre un
miliardo di euro disponibili sulle Misure destinate dai Fondi
strutturali all'internazionalizzazione e presenti nei POR delle
varie Regioni. Ben poco è stato fatto di tutto questo: gli stessi
limiti della burocrazia europea si sono radicati a livello regionale
ed hanno agito in sinergia con l'impossibilità di coniugare diverse
appartenenze politiche e partitiche. Di qui l'assenza totale di un
coordinamento tra le Regioni del Sud su questi temi. Ecco perché è
importante il rilancio di questo coordinamento voluto dal Presidente
Bassolino, approfittando oggi della comune appartenenza politica e,
in molti casi, della personale amicizia tra i neo Presidenti. La
sfida non è solo a livello interregionale. Bisogna operare
all'interno delle singole Regioni per ridurre, anche qui, il blocco
della burocrazia: interessi contrapposti di assessorati,
incompetenze e malafede di alcuni burocrati, malcostume ancora
diffuso in parte dei funzionari di fatto hanno paralizzato e
paralizzano le decisioni assunte a livello politico ed inducono le
migliori intelligenze locali a desistere dall'impegno ed a porsi al
servizio di altri organismi, spesso allocati altrové. Toccherà ai
neoeletti Governatori del Mezzogiorno risolvere questi problemi e
saper utilizzare le competenze in campò.(ANSAmed). COM
02/05/2005 15:14
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