EUROMED:
COSENZA E CALABRIA TORNANO CENTRO MEDITERRANEO
(di Enrico Tibuzzi) (ANSAmed) - COSENZA, 13 MAG - Cosenza e la Calabria
tornano ad essere il centro del Mediterraneo, e non solo da un punto
di vista geografico. La volontà di svolgere un ruolo politico,
culturale ed economico centrale, di cerniera tra il nord e il sud,
è scaturita nel corso della prima giornata del meeting su
'cooperazione e partenariato, scelte strategiche per la sicurezza,
la pace e lo sviluppo nell'area del Mediteraneò svoltosi
nel teatro Rendano di Cosenza. Dopo le iniziative che nelle ultime
settimane hanno visto a Napoli le regioni del Mezzogiorno fare fronte
comune per il rilancio del loro ruolo nel Mediterraneo, a scendere
in campo per restituire a questo pezzo d'Italia il posto che le
spetta sono stati oggi, tra gli altri, il presidente della provincia
di Cosenza, Mario Oliverio, il sindaco, Eva Catizone, i presidenti
dei Consigli provinciale e regionale, Francesco Principe e Peppe
Bova, l'assessore regionale alla cultura, Sandro Principe, e il
rettore dell'Università della Calabria Giovanni Latorre.
"La nostra regione - ha esordito Catizone - aveva nel Mediterraneo
una centralità che è andata persa e che ora vogliamo
riconquistare. Per Cosenza e la Calabria la dimensione euromediterranea
rappresenta una sfida: dobbiamo diventare un ponte ideale tra diverse
culture". E' stato poi Oliverio - organizzatore della manifestazione
- a tracciare la strada da percorre annunciando la costituzione,
da parte della provincia di Cosenza, della Fondazione Europa Mezzogiorno
Mediterraneo, una Onlus che intende promuovere tutte le azioni necessarie
per favorire la frequentazione, la conoscenza e l'integrazione tra
le popolazioni che si affacciano sul Mediterraneo. Una Fondazione
'aperta' alla quale molte realtà locali hanno già
deciso di aderire e che potrà diventare il punto di coordinamento
delle iniziative regionali. Si tratterà, ha spiegato Oliverio,
di promuovere le relazioni economiche - a partire dai ruoli dei
porti di Gioia Tauro e Sibari, ma anche dello scalo aeroportuale
di Lamezia Terme - di favorire l'integrazione degli immigrati, di
incentivare il confronto e il dialogo tra i giovani, di valorizzare
le risorse ambientali, di sostenere le organizzazioni che vogliono
valorizzare il ruolo delle donne nelle società dei Paesi
mediterranei. Partendo da Cosenza e dalla Calabria, secondo il presidente
della provincia, occorre però anche fare pressioni sull'Europa
per imprimere una "svolta" a un processo di integrazione
che procede "troppo lentamente" rispetto alle dinamiche
internazionali. Occorre quindi compiere un "salto di qualità"
nell'utilizzo dei fondi europei. Anche perché, ha osservato
ancora Oliverio, è necessario prepararsi, da un punto di
vista economico e infrastrutturale, per l'appuntamento del 2010
con l'area di libero scambio euromediterranea. A criticare la politica
euromediterranea dell'Europa, definendola "sciagurata",
è stato anche Michele Capasso, presidente della Fondazione
Laboratorio Mediterraneo e capofila della rete italiana della Fondazione
europea Anna Lindh per il dialogo tra le culture. "Il partenariato
euromediterraneo fa acqua da tutte le parti e solo una minima parte
dei fondi stanziati dai programmi Meda vengono effettivamente spesi
per la concreta realizzazione di progetti". Il resto si perde
nell'ambito di una politica "prigioniera" della burocrazia.
Alla prima giornata del meeting, che domani si chiuderà con
gli interventi di alcuni presidenti di regioni (tra cui Agazio Loiero
e Antonio Bassolino), hanno partecipato anche i rappresentanti diplomatici
di Egitto, Tunisia, Marocco, Giordania, Algeria, Libia, Siria e
Albania. Tutti hanno sottolineato la necessità di rafforzare
il partenariato euromediterraneo e il ruolo chiave che l'Italia
e il Mezzogiorno possono svolgere in questo quadro. "Siamo
condannati a vivere insieme", ha sintetizzato l'ambasciatore
egiziano a Roma Helmy Abdelhamid. "E non tanto per la storia
comune, quanto per le sfide che abbiamo davanti". Nel rilancio
della cooperazione nord-sud, hanno poi sottolineato il rettore dell'Università
della Calabria Giovanni Latorre e molti altri suoi colleghi della
sponda sud, agli atenei spetta un compito fondamentale poiché
i giovani sono le classi dirigenti future. Su questo fronte l'Italia,
per Latorre, ha perso finora una grande occasione e deve quindi
recuperare terreno anche battendosi per il riequilibrio delle risorse
che l'Ue intende destinare nel periodo 2007-2013 al Mediterraneo
(6 miliardi di euro) rispetto ai 300 destinati alla coesione verso
i Paesi dell'Est.(ANSAmed). TI
13/05/2005 20:08
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