ISLAM: ACCORDI
TRA UNIVERSITA', L'ORIENTALE DIFENDE DIALOGO
(ANSAmed) -
NAPOLI, 26 LUG - "Sviluppare il dialogo con l'Islam per accrescere
la reciproca conoscenza e comprensione", un concetto che negli
ultimi tempi è stato da più parti invocato, sottolineato, presentato
e sponsorizzato. Questa volta però va spiegato e soprattutto,
difeso, secondo Pasquale Ciriello, rettore dell'Orientale di Napoli,
che lo fa dalle colonne dell'edizione campana del 'Corriere del
Mezzogiorno' in risposta all'articolo dal titolo 'Amicizie
sbagliate' pubblicato ieri sul Corriere della Sera a firma di Magdi
Allam. Un articolo nel quale Allam parla tra l'altro dell'accordo
per la creazione di un Comitato accademico italo-egiziano di studi
comparati, siglato lo scorso 15 giugno al Cairo, tra l'università
islamica di Al Azhar e cinque tra le principali istituzioni
universitarie italiane (La Sapienza, il Pontificio Istituto
Orientale, l'Orientale di Napoli, la Bocconi e l'Iuav di Venezia).
Magdi Allam, nel suo articolo, sottolinea che l'università islamica
di Al Azhar "é considerata una sorta di Vaticano sunnita" e ricorda
che alla firma dell'accordo in questione c'era anche lo sceicco
Sayed Tantawi "ritenuto la massima autorità teologica dell'Islam
sunnita". Ma ricorda anche che Tantawi, nel 2002, emise una fatwa,
un responso giuridico, in cui sentenziò che "le operazioni di
martirio contro qualsiasi israeliano, inclusi i bambini, le donne e
i giovani, sono legittimi dal punto di vista della legge islamica".
"Ma se non si può dialogare con istituzioni che hanno il prestigio e
la tradizione di Al Azhar, con chi si può dialogare?", è la replica
di Ciriello, che ricorda come l'accordo del Cairo sia maturato in
una cornice istituzionale. "E poi l'intesa prevede programmi di
lavoro a carattere esclusivamente scientifico - aggiunge Luigi
Serra, preside della Scuola di Studi Islamici dell'Orientale - che
pericolo c'é a discutere, per esempio, di arabismi nella lingua
italiana?". Magdi Allam non replica, ma ribadisce: "E' meglio
conoscere coloro che si invitano a casa propria, in modo che ognuno
sappia ciò che fa e quindi se ne assuma la
responsabilità".(ANSAmed). KSY
26/07/2005 17:08
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