MEDITERRANEO:
PREDRAG MATVEJEVIC,VIVE DI PROMESSE FALSE***
(ANSAmed) - CROTONE, 26 SET - "Il Mediterraneo soffre di una
fortissima identità dell'essere e di una scarsissima identità del
fare". E' la diagnosi di Predrag Matevjevic, docente di Letterature
slave all'Università la Sapienza di Roma, invitato a tenere una
conferenza a Crotone sul "Mediterraneo di oggi tra realtà e mito".
Autore di numerosi saggi, vincitore di importanti premi letterari,
insignito dal governo francese della Legion d'honneur e Presidente
del Comitato Internazionale della Fondazione Mediterraneo, è tra gli
studiosi più titolati a trattare il tema del Mediterraneo. Nato a
Mostar da padre russo e madre croata, dissidente, condannato a
cinque mesi di carcere in Croazia per aver scritto sui talebani
cristiani, ora vive tra Roma e Parigi, dove è stato docente alla
Sorbona. Accento francese, Matvejevic parla di un "Mediterraneo che
sa raccontare, sa scrivere, sa cantare sé stesso. Sa vedersi nello
specchio della sua storia. Sa esprimerla. Ma è anche vero che manca
di progetti - prosegue - vive di promesse false. Qualche promessa 'ponte',
che comincia e non comincia, promesse di investimenti non mantenute.
In questo contesto, il Mediterraneo non va avanti". L'analisi di
Matvejevic parla di "un'Unione europea che, in qualche modo, si è
rifiutata di pensare al Mediterraneo; anche a quello della sponda
nord. Ed è frustrante questo rapporto - prosegue - Il Mediterraneo è
stato emarginato, allontanato dalla visione politica dell'Europa. E'
diventato solo uno 'stretto marittimo' attraverso il quale passa la
via del petrolio. Questo spazio, che era la culla della civiltà
europea, è da tempo ridotto a un ruolo secondario. E ne soffre".
Come uscirne? Fa una pausa. Guarda lontano. "La politica ha cercato
le soluzioni - riprende - e non le ha trovate. L'unico che ha
pensato a una politica mediterranea nel dopoguerra è stato Andreotti.
E' necessario che questa politica del Mediterraneo bandisca le idee
faziose. Il concetto non è né di destra, né di sinistra. E' un'idea
mediterranea. 'Per' il Mediterraneo. Bisogna liberarsi dagli scontri
politici". Matvejevic parla di "grande alleanza", lanciata, per
primo, da Zapatero. "Può essere solo un'utopia. Ma può essere anche
un'utopia produttiva che crea nuovi rapporti nel Mediterraneo.
Spagna, Francia Italia: sono tre Paesi che possono fare molto.
Invece di correre dietro alle politiche continentali che hanno
emarginato il Bacino - continua - l'Italia dovrebbe cercare di
diventare un promontorio della politica mediterranea; interprete di
una politica nei confronti dell'area". Per Matvejevic, il Paese
dovrebbe trovare un significato "nella sua propria collocazione
geografica e nella sua propria politica". "Ora, c'é una nuova
globalizzazione che viene da oriente. Non possiamo ignorare la Cina,
il cui mercato è così aggressivo. Segue la Via della seta e sbocca
sul Mediterraneo. Ma sono pronti i nostri porti?", si domanda. " E
non si tratta solo di accogliere merci, ma anche scambi culturali e
sfide. I nostri porti sono inadeguati, invecchiati. E' un problema
al quale l'Italia dovrebbe cercare delle risposte. E, a volte, le
risposte si trovano prima in cultura che in politica. Vogliamo che
la politica ascolti la cultura e che con l'ascolto accolga queste
sfide". Scontro di civiltà e di culture. Un tema 'alibi', per
Matvejevic. "Non si scontrano le culture in quanto tali: si
scontrano le culture alienate - dice - le ideologie, che servono a
regimi totalitari che non hanno creato vere democrazie. Occorre
opporsi a un'idea di scontro come fatalità. Questo scontro non è una
fatalità, non è un'inevitabilità. Ci sono due alternative: alleanza
di civiltà e scontro di civiltà". Quindi un forte richiamo: le
culture devono agire. Per la conferenza di Crotone, Matvejevic ha
scelto il tema del mito. "Parlo del Mediterraneo che vive tra miti e
realtà; di quello che rimane di questi miti. Quali sono quelli che
continuano a esistere e quale la realtà che talvolta li nega,
talvolta li accetta. Talvolta li prolunga". (ANSAmed). 2007-09-26
14:22
MEDITERRANEAN LACKS DYNAMIC IDENTITY, PREDRAG MATVEJEVIC ***
(ANSAmed) - CROTONE, SEPTEMBER 26 - "The Mediterranean suffers from
a very strong identity of being, and a very insufficient identity of
doing." This is the diagnosis of Predrag Matevjevic, Slavic
literature professor at the Sapienza University of Rome, who was
invited to hold a conference on "Mediterranean of today between
reality and myth" in Crotone. Author of numerous essays, winner of
important literature prizes, awarded by the French government with
the Legion d'honneur and President of the International Committee of
Fondazione Mediterraneo, Matevjevic is among the most titled
scientists to deal with the subject of the Mediterranean. Born in
Mostar in the family of a Russian father and a Croatian mother, a
dissident sentenced to five months in prison in Croatia for writing
on the Christian Talibans, Matevjevic now lives between Rome and
Paris, where he has taught at the Sorbonne. With his French accent,
Matvejevic speaks of a "Mediterranean that knows how to tell
stories, to write, to sing itself. Knows how to express itself. But
it also lacks projects and lives of false promises. Some 'bridge'
promises, that are always about to begin, promises for investments
that are never kept. In this context the Mediterranean barely moves
forward." Matvejevic's analysis speaks of "a European Union that
somehow refused to think about the Mediterranean; even about its
northern coast. And this relation is frustrating. The Mediterranean
has been alienated, driven away from the political vision of Europe.
It has become only a maritime gap that is crossed by the road of
oil. This space, which was once the cradle of the European
civilisation, has been reduced to a secondary role. And it suffers
from that." How to overcome this? He pauses and looks in the
distance. "Politics has sought for the solutions and did not find
them. The only one who has thought of a Mediterranean policy after
the World War II was Andreotti. This Mediterranean policy needs to
set aside the factionist ideas. The concept is neither right-wing,
nor left-wing. It is a Mediterranean idea. 'For' the Mediterranean.
We need to free ourselves from the political clashes." Matvejevic
speaks of the "big alliance" launched for the first time by Zapatero.
"It could be only a utopia. But it could also be a productive utopia
which will create new relations in the Mediterranean. Spain, France,
Italy: three countries that can do a lot. Instead of going after
continental policies, which have alienated the basin, Italy should
try to become a promontory of Mediterranean policy; interpreter of a
policy for the area," Matvejevic said. According to Matvejevic, the
country must find a meaning "in its geographical position and in its
own politics". "Now there is a new globalisation coming from the
East. We cannot ignore China whose market is so aggressive. It
follows the Silk Road and arrives to the Mediterranean. But are our
ports ready?" "And it is not only about receiving goods, but it is
also about cultural exchange and challenges. Our ports are
inadequate, old. Italy must find a solution to this problem. And
sometimes the solutions are found first in culture and then in
politics. We want politics to listen to the culture and to face
those challenges through listening." The clash between civilisations
and cultures is an "alibi" subject, according to Matvejevic.
"Cultures, per se, don't clash. Alienated cultures, ideologies which
serve totalitarian regimes that have failed to create true
democracies, are those that clash. We need to oppose the idea of the
clash as fate. This clash is no fate, is not inevitable. There are
two alternatives: alliance of civilisations or clash of
civilisations". Therefore Matvejevic called strongly for the
cultures to act. For the conference in Crotone, Matvejevic chose the
subject of the myth. "I speak of the Mediterranean that lives
between myths and reality; of what has remained from those myths.
Which myths still remain and which is the reality that sometimes
denies them, sometimes accepts them and sometimes prolongs them."
(ANSAmed).
2007-09-26 16:21 |