EUROMED:
SERVONO SCELTE CORAGGIOSE, MO FATTORE CHIAVE ***
(dell'inviato
Enrico Tibuzzi) (ANSAmed) - LUSSEMBURGO, 30 MAG - Per i rapporti
Nord-Sud tra i Peasi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo
è giunto il momento di compiere scelte coraggiose che diano
concretezza alla cooperazione intervenendo anche in settori chiave
come le riforme democratiche, i diritti umani e l'educazione senza
dimenticare questioni economiche cruciali come i trasporti, l'energia
e la liberalizzazione dei servizi. A Lussemburgo, dove da oggi sono
riuniuti i ministri degli Esteri euromediterranei che partecipano
al processo di Barcellona (i 25 Ue e i rappresentanti di Algeria,
Egitto, Israele, Giordania, Libano, Marocco, Anp, Siria, Tunisia
e Turchia), la parola d'ordine è quella di imprimere una
svolta alla storia decennale della politica europea nei confronti
della sponda Sud. L'incontro, a cui partecipa per l'Italia il ministro
degli Esteri Gianfranco Fini, è stato preceduto da due 'bilaterali'
tra la Troika Ue (l'attuale presidente di turno del Consiglio Ue,
il ministro lussemburghese Jean Asselborn, l'Alto rappresentante
Ue per la politica estera e di sicurezza, Javier Solana, e il commissario
per le relazioni esterne Benita Ferrero-Waldner) e, rispettivamente,
una rappresentanza del mondo arabo e la delegazione di Israele.
E proprio questi incontri, dedicati all'analisi della situazione
e delle prospettive in Medio Oriente, hanno consentito alla Troika
di lanciare cauti segnali di ottimismo su uno dei fattori cruciali
per lo sviluppo delle relazioni euromediterranee. Solana ha dato
voce a queste speranze augurandosi che la prossima riunione Euromed,
fissata per dopo l'estate, si possa svolgere alla luce del completo
disimpegno israeliano da Gaza. E Asselborn si è voluto esprimere
in termini positivi circa la possibilità di riaprire il porto
e l'aeroporto di Gaza. Allo stesso tempo, però, la Troika
ha invitato Israele ad astenersi da qualsiasi iniziativa, a cominciare
da nuovi insediamenti nei territori, che possa compromettere il
difficile e delicato cammino verso la pace. In uno scenario che
può contare anche sulle spinte provenienti dalle elezioni
in Libano, dal ritiro da questo Paese delle truppe siriane e dalle
riforme avviate in Egitto, Ferrero-Waldner ha sottolineato con forza
la necessità di rilanciare il processo di Barcellona. Ed
ha quindi posto sul tavolo della riunione di Lussemburgo, alla quale
partecipano come osservatori anche la Libia, la Mauritania, la Lega
Araba e l'Unione del Maghreb arabo (Uma), il documento da cui dovrebbe
scaturire la svolta da imprimere a Barcellona nel decennale della
sua nascita. Una ricetta che prevede interventi mirati a sconfiggere
la piaga dell'analfabetismo, a incentivare le riforme democratiche
con aiuti economici e a sostenere la parità uomo-donna. Ma
anche a sviluppare e integrare i sistemi di trasporto e le reti
di produzione e distribuzione di energia, a liberalizzare gli scambi
di prodotti agricoli, a fissare tappe precise per avere un Mediterraneo
'pulito'. Insomma, un insieme senza il quale l'obiettivo di creare
un'area di libero scambio entro il 2010 sembra difficilmente raggiungibile.
Domani, durante la seduta plenaria, i ministri dei 35 Paesi direttamente
coinvolti nel Processo di Barcellona avranno quindi la responsabilità
di gettare le basi per la rinascita di una politica che comunque
deve superare ancora resistenze e diffidenze. Come quelle economiche
provenienti soprattutto dai Paesi del Nord - sbilanciati verso Est
- e quelle dei Paesi del Sud, per i quali risulta comunque difficile
'digerire' riforme democratiche anche se "non imposte, ma sostenute"
dall'esterno, come oggi ha ripetuto più volte Ferrero-Waldner.
(ANSAmed). TI
30/05/2005 20:05
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