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Il Manifesto per le
   Alleanze tra le Civiltà
 
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INTERVENTO DI ANTONIO BASSOLINO

Le Città e il Mediterraneo


Credo che sia anche importante che questo progetto parta oggi qui da Napoli. Città multietnica e multirazziale per definizione, aperta al Mediterraneo e alle sue culture e che ben conosce la ricchezza che perciò possiede. A Napoli, per merito di Michele Capasso e di Predrag Matvejevic, è nata la Fondazione Laboratorio Mediterraneo che si è proposto l’impegno di riflettere insieme sulla possibilità che il mare che unisce popoli e terre diversi sia collante di una nuova comunità. La Fondazione ha lanciato un appello per la pace nella ex-Jugoslavia sottoscritto da intellettuali dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo: quasi l’inizio di una nuova biblioteca multietnica, di un luogo dove varie lingue e civiltà dialoghino e si arricchiscono da tanto confronto.

Oggi, nell’ex Jugoslavia vige una tregua sancita da un accordo e vigilata dalle Nazioni Unite. Una tregua difficile ha comunque generato speranza che noi, cittadini d’Europa abbiamo il dovere di alimentare ed irrobustire. Come? Con le ragioni della cultura, con la forza di una civiltà multietnica che è nel futuro di questo continente e del mondo intero. La nuova, ricostruita biblioteca di Sarajevo dovrà essere il monumento di questo nuovo mondo.

Quando un incendio distrusse la biblioteca di Sarajevo – una biblioteca multietnica e per questo il simbolo di un equilibrio che le popolazioni dell’ex-Jugoslavia avevano pur faticosamente raggiunto – il mondo ebbe l’esatta percezione della barbarie che la guerra sull’altra sponda dell’Adriatico stava producendo. La biblioteca di Sarajevo, assieme all’antico ponte di Mostar, erano dei monumenti al vivere civile: l’orrore della guerra li distruggeva, distruggeva la storia, la memoria storica di una terra, aprendo una ferita profonda e chissà se un giorno sanabile.

“La migliore definizione della patria è la biblioteca: ciò è verissimo, il senso della patria non è nei confini ma nei comuni valori, quelli della cultura che i libri racchiudono e trasmettono”.

È molto bello che sia un libro a far rinascere una casa dei libri distrutta dall’orrore degli uomini. Non so se il volume di Nathalie Heidsieck de Saint-Phaille riesca a maturare tanti proventi da permettere la ricostruzione della biblioteca di Sarajevo. Me lo auguro. Certamente è bello che questo libro nato dalla scoperta di un album fotografico del 1929, si proponga come prima pietra di un nuovo edificio, di un nuovo monumento alla cultura, e ancora più significativo perché viene dopo un conflitto tra i più tremendi che il mondo contemporaneo abbia conosciuto.


Antonio Bassolino




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