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Intervento dell´on. Bassolino

Le cifre sulla diffusione delle organizzazioni non governative sono note.
E’ una realtà straordinaria: sono ormai oltre 20 mila le reti transnazionali di organizzazioni non governative.
I piu’ importanti analisti affermano che questa tendenza e’ destinata a rafforzarsi dopo i tragici fatti dell11 settembre. Perché tale crescita rappresenta una risposta alta e positiva alla nuova situazione del mondo.
Siamo dinanzi all’emergere di una societa’ civile globale che sempre chiede di essere ascolta e che sempre di più deve essere ascoltata.
E’ l’altra faccia di quella nuova potenza mondiale di cui, con grande efficacia, ha detto il New York Times, dopo le grandi manifestazioni per la pace.
La diffusione delle ONG autorizzano ottimismo e speranza. Al tempo stesso pongono questioni e problemi che sono stati al centro di questa iniziativa.
Innanzitutto il ruolo sempre piu’ importante che le organizzazioni non governative sono chiamate a svolgere nel dialogo tra civilta’ e popoli nell’area europea e mediterranea.
Il secondo grande tema chiama in causa il rafforzamento delle organizzazioni non governative della sponda sud del mediterraneo.
E anche la necessita’ di fare nuovi e importanti passi in avanti nel coordinamento del grande mondo delle organizzazioni non governative.
Su ciascuno di questi grandi temi avete svolto un dibattito ricco, ci sono stati importanti scambi di esperienze, sono state raggiunte importanti e significative prese di posizione.
Dai vostri lavori sono venute risposte importanti all’esigenza di strutturare un dialogo permanente tra societa’ civile e istituzioni.
La cooperazione, la lotta contro le nuove e vecchie poverta’, la partecipazione delle societa’ civili ai progetti di svilupo costituiscono le uniche risposte possibili ad un mondo sempre piu’ piccolo e interdipendente.
Tutti seguiamo con preoccupazione e angoscia l’evolversi della situazione internazionale, il continuo susseguirsi di speranze e di timori per la pace.
C’e’ una sola guerra che merita di essere combattuta: quella contro la poverta’, la miseria e la disperazione.
Abbiamo bisogno di potenziare la lotta contro la poverta’ e di rafforzare la vita democratica in tanti paesi arabi e della sponda sud del Mediterraneo.
E’ cosi’ che si prosciuga l’acqua dove il terrorismo si muove. E’ cosi’ che si costruisce un mondo piu’ equo e piu’ giusto.
Le grandi sfide che stanno di fronte a noi richiedono piu’ dialogo, piu’ politica, piu’ societa’ civile.

In queste ore occorre continuare a mobilitarsi per la pace, fare crescere le speranze di futuro senza guerra.
Per continuare sulla strada delle pressioni internazionali, delle ispezioni continuate con rigore, affinche’ si realizzi il disarmo di un regime dittatoriale e sanguinario. Occorre utilizzare tutti gli spiragli di pace per renderli sempre piu’ ampi e piu’ forti.
Le conseguenze di un conflitto sarebbero infatti enormi e drammatiche.
Occorre saper dialogare con i paesi arabi moderati, saper distinguere tra una grande religione e il fanatismo, ricercare una giusta soluzione per due popoli e due stati e dare soluzioni positive al conflitto tra Israele e Palestina.
E’ in questo quadro che l’azione delle organizzazioni non governative diventa ancora piu’ importante e indispensabile.
Ancora di piu’ in quel mediterraneo fatto di civilta’ cresciute l’una acconto all’altra, l’una sull’altra, da millenni crocevia e luogo di incontro di culture diverse.
Napoli e della campania sono da sempre baricentri naturali e aperti al confronto e al dialogo tra culture, popoli e istituzioni.
Siamo particolarmente sensibili e aperti ai temi dello svilupo e del potenziamento dei progetti di cooperazione con i paesi e le società civili del mediterraneo.
La regione Campania ha gia’ intrapreso una strategia di cooperazione nel mediterraneo con alcuni significativi progetti.
Abbiamo istituito un assessorato per le politiche del mediterraneo.
Con il programma regionale per la cooperazione internazionale abbiamo concentrato oltre 13 milioni di euro per sviluppare i rapporti con i paesi del mediterraneo.
Oltre 2 milioni di euro li abbiamo concentrati nei rapporti di cooperazione con il Libano e con l’Egitto , la Tunisia e il Marocco.
Abbiamo realizzato il programma di aiuto sanitario e sociale per i bambini palestinesi.
Dobbiamo fare di più. Come regione e come Europa.
Fare molto di più. Per troppo tempo abbiamo rimosso il dramma mediorientale.
Da soli Palestinesi e israeliani non ce la fanno. I popoli, gli stati, le ONG devono spingere in avanti. Occorre fare, insieme dei passi in avanti.

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