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Il processo di costruzione identitaria del volontario: rappresentazione di sé, autostima, senso di controllo sugli eventi
Caterina Arcidiacono, Palma Menna, Fortuna Procentese
Dipartimento di Scienze Relazionali “G. Iacono”
Università degli Studi di Napoli "Federico II”, Fondazione Laboratorio Mediterraneo.


In ricerche, sia europee che statunitensi, i giovani impegnati in azioni volontarie, acquisiscono maggiori abilità e conoscenze e mostrano maggiore consapevolezza del sé e del contesto in cui vivono (Yates, Youniss, 1996); accrescono l’autostima, l’accettazione di sé, il senso dell’autoefficacia (Hofer, 1998; Omoto-Snyder, 1990).
Janjetovic (1996) ritiene, invece, il volontario eccessivamente autocentrato e alla ricerca di risposte a problemi personali e rileva l’esistenza di una correlazione inversa tra autostima e atteggiamento prosociale, ipotizzando che l’orientamento prosociale nasconda una mancanza di autonomia da parte dei giovani.
A fronte di tali risultati controversi, la nostra ricerca intende analizzare alcuni aspetti del processo di costruzione identitaria del volontario, assumendo quali variabili di riferimento la rappresentazione di sé, l’autostima e il locus of control.

Metodo
Hanno preso parte all’indagine soggetti impegnati in attività di volontariato nella città di Napoli (N=195) e, a scopo di confronto, 113 soggetti dichiaratamente non impegnati in attività di volontariato. A ciascun soggetto è stato somministrato uno strumento(Fedi, 2001), composto da tre diverse scale: un differenziale semantico volto ad esplorare la rappresentazione valutativa che i soggetti danno di se stessi su 22 dimensioni in risposta allo stimolo “Io sono”, una scala di 12 item volta a rilevare la stima di sé, una scala di 8 item tesa a rilevare il senso di controllo sugli eventi.

Analisi dei dati e risultati
Nell’esaminare i dati sono emerse due differenze statisticamente significative (t test, p< .01) relative agli item attivo-passivo (punteggio medio V=5.82, NV=5.12), utile-inutile (punteggio medio V=5.74, NV=5.25. Al fine di superare la dispersione del dato grezzo, abbiamo proceduto ad un’analisi delle componenti principali sulla popolazione complessiva, pervenendo ad una struttura fattoriale soggiacente.
Abbiamo poi condotto un’ANOVA, confrontando i punteggi dei soggetti V e NV alla scala per la stima di sé e il senso di controllo sugli eventi. Abbiamo rilevato una differenza statisticamente significativa rispetto ai punteggi ottenuti alla scala di autostima (F= 24.958, p<.01), con una maggiore stima di sé da parte dei volontari.
Tali risultati, seppur da interpretare non in senso causalistico e unidirezionale, ma da assumere in un’ottima sistemica e circolare, sembrano confermare il più alto senso di stima di sé da parte dei soggetti impegnati nel volontariato, che costruiscono la loro identità intorno a peculiari dimensioni di attività, efficacia ed utilità della propria azione nel sociale.

Bibliografia
- Fedi A. 2001.Gruppi di impegno sociale e processi di costruzione identitaria,.
- Hofer M. 1998. Community Service and Social Cognitive Developmenting German Adolescents, relazione presentata al VII Biennal Metting of The Society for Research in Adolescence, San Diego..
- Omoto A.M., Snyder M., 1995, Sustained Helping without Obligation Motivation, Longevity of Service, and Perceived Attitude Change among AIDS Volunteers, “Journal of Persoonality and Social Psychology”, pp.671-686
- Yates M., Youniss J., 1996. “A Developmental Perspective on Community Service in Adolescence”, Social Development, 5, 1, pp.85-111.

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