Il logo della Fondazione Mediterraneo

Condividiamo valori
Combattiamo le ineguaglianze
Costruiamo la pace

Il nostro portalevideo
 Inglese Francese Italiano 
*

Home page

*
*
*

Chi siamo

*
*
*

La Rete

*
*
*

Le Sedi

*
*
*

Le Attività Svolte

*
*
*

La Maison de la Méditerranée

*
*
*
News
*
Newsletter inFoMed
Il Manifesto per le
   Alleanze tra le Civiltà
 
**
Commento in occasione del
Premio a Hany Abu Assad



di Nullo Minissi

Ricevo questo premio in nome della MAISON DE LA MÉDITERRANÉE e per conto del regista HANY ABU ASSAD.
Ed è come se il film prescelto si liberasse della celluloide che l’imprigiona e continuasse a svolgersi qui in mezzo a noi. Infatti le ragioni che impedivano a una ragazza palestinese di compiere in maniera normale una cerimonia comune e corrente come le nozze, sono le stesse che impediscono al Regista HANY ABU ASSAD di compiere la cerimonia banale di ritirare il Premio che il suo film ha meritato.
La stampa e la televisione non informano della tragedia quotidiana di quei palestinesi allontanati dalla terra che avevano coltivato, bambini insieme al padre e al nonno e ora coltivano insieme ai propri figli e degli altri palestinesi che vedono da lontano i loro antichi ulivi tagliati alla radice, le vigne sradicate, i raccolti rovinare sui campi da cui sono stati scacciati e di quelli ancora a cui la casa è distrutta con bombe o cannone. Per non dire l’esasperazione d’un popolo che sul proprio suolo non è libero di muoversi, ma s’imbatte di continuo negli sbarramenti costruiti da un esercito invasore.
Ho conosciuto alcuni sopravvissuti ad Auschwitz.
Nessuno di loro ha mai parlato delle pene sofferte, neanche quelli che erano stati torturati. Tutti parlavano d’una sola cosa la più terribile, la più insopportabile: l’umiliazione. Primo Levi sul frontespizio del libro drammatico e sconvolgente in cui racconta glacialmente la sua vita nel campo di concentramento nazista ha messo come titolo: SE QUESTO È UN UOMO. Io credo che tutti i Palestinesi oggi dovrebbero portare sul petto un cartello con la scritta SE QUESTO È UN UOMO.
All’indifferenza della stampa e della televisione mondiali il Cinema Mediterraneo oppone la sua voce. In tutta quella falce di sponda che va dal Marocco alla Turchia e oltre fino ai Balcani il Cinema mette innanzi a noi, attraverso le sue storie, la tremenda realtà d’ogni giorno dei popoli indifesi di fronte alla violenza di bande o di stranieri.
Ma questo Cinema non è diffuso dalle società che gestiscono le sale e gira solo in qualche circuito secondario.
E non so davvero come elogiare CINEMAMED e NAPOLIFILMFESTIVAL per l’impegno che hanno assunto di far giungere questa voce, affinché l’uomo comune d’Europa arrivi a riflettere e dire: “è ora che i diritti umani e civili siano rispettati dovunque. È ora di dialogo, di comprensione, di accordo. Per negare il dialogo non ci si deve nascondere sotto il facile schermo del terrorismo”. Cos’è il terrorismo? Davanti al tribunale che lo condannò all’impiccagione il fratello maggiore di Lenin interrogato su questo rispose: “è l’arma che resta a un popolo che è certo del proprio diritto ma non ha nessun mezzo per difenderlo”. Se vogliamo sradicare il terrorismo dobbiamo eliminarne le cause e stabilire le condizioni d’una giusta pace. Questo dobbiamo dire soprattutto noi Italiani, che nella nostra storia esaltiamo Balilla, il precursore dell’Intifada.
All’incontro e al dialogo la MAISON DE LA MÉDITERRANÉE ha voluto offrire uno spazio libero e spregiudicato. Oggi questo spazio è minacciato da chi cerca di fare i propri interessi anche sulle sciagure umane come ultimamente i promotori dell’iniziativa per sottrarre a Napoli il suo ruolo naturale e storico di centro del Mediterraneo e trasferirlo nell’industriale Milano degenerando le azioni umanitarie in un affare forse di lungo profitto ma certo di corte vedute. Però la MAISON DE LA MÉDITERRANÉE in qualunque modo e con qualunque mezzo continuerà ad adoperarsi per la dignità umana, la comprensione tra gli uomini del Mediterraneo, l’intesa e il reciproco rispetto.


22 Giugno 2003

Torna indietro
***
***
***
* *