LA CULTURA, ELEMENTO INDISPENSABILE PER LA COOPERAZIONE

 

Il Mediterraneo non è soltanto un mercato o un'area di libero scambio, e tantomeno un museo, bensì un luogo per la creazione. Non possiamo parlarne senza ricordarci del suo passato, dei suoi miti. Non possiamo dimenticare la realtà attuale, a volte difficile, e nemmeno smettere di domandarci come potrebbe essere il nostro Mediterraneo se noi lo volessimo.

Nell'accingerci a parlare di questo mare, che è stato culla di civiltà, sorge spontanea una domanda: come stabilire un dialogo culturale di rinnovamento? Possiamo riuscirci senza conoscere e riconoscere noi stessi? Questo significa reinventare la lettura del nostro passato, lontano e recente, per costruire un presente e un futuro in un Mediterraneo che, lungi dal rappresentare un tutto culturale omogeneo, è stato storicamente uno spazio di forti mescolanze culturali.

Ciascun popolo aziona una memoria selettiva e mette in risalto il proprio contributo al processo di civilizzazione, spesso ignorando ciò che proviene dal resto del mondo. Rammentare il debito reciproco dovrebbe contribuire a modificare questo sguardo su se stesso e sull'"altro". Il Mediterraneo è pieno di ibridi culturali. Su ciascuna delle sue sponde, al nord, al sud o all'est, preservare il proprio patrimonio equivale anche a salvaguardare quello dell"altro".

Nella ricerca di un nuovo dialogo culturale bisogna evitare per lo meno tre errori. Il primo è quello di confondere i regimi con i popoli. E' vero che i poteri costituiti sono gli interlocutori necessari ma, alla fin fine, soltanto i popoli devono essere gli attori privilegiati del dialogo. Il secondo errore è radicato in una concezione troppo eurocentrica della cooperazione. Il terzo nasce dalla convinzione che niente è stato fatto finora, anche nel caso in cui resta ancora molto da fare.

Come ha sottolineato la Dichiarazione di Barcellona, la cooperazione euromediterranea non può svilupparsi se non si assegna un ruolo importante alla cultura. La Dichiarazione segnala che "risulta essenziale il contributo della società civile nel processo di sviluppo dell'associazionismo euromediterraneo, anche come fattore essenziale per una maggiore conoscenza reciproca e per l'approccio tra i popoli". Ci si è accordati inoltre "per promuovere o creare gli strumenti necessari per una cooperazione decentralizzata che favorisca gli interscambi, nel rispetto delle leggi nazionali, tra i leaders della società politica e civile, dell'ambito culturale e religioso, delle università, della comunità dei ricercatori, dei mezzi di comunicazione, delle organizzazioni, dei sindacati e delle imprese pubbliche e private". Si propone di realizzare la cooperazione decentralizzata e l'interscambio sociale ed umano per conseguire degli obbiettivi che sono tanto di natura socioeconomica e politica quanto di tipo culturale.