PENSARE ED AGIRE UNIVERSALMENTE E LOCALMENTE

di Cristina Alberdi, ministro degli Affari Sociali

 

E' per me un onore partecipare con tutti voi alla inaugurazione del Forum Civil Euromed. Per la prima volta assistiamo all'incontro fra i rappresentanti e gli esperti dei distinti paesi della costa mediterranea in rappresentanza di quella che è stata definita la società civile. La convocatoria ha suscitato una enorme aspettativa, prova del grande interesse e della sensibilità che i temi della cooperazione e dell'interscambio risvegliano tra i paesi del Mediterraneo.

Lo svolgimento di questo Foro, nel contesto della Conferenza Euromediterranea, è di somma importanza per il governo spagnolo e vorrei trasmettere, a nome del governo spagnolo, tutto il nostro appoggio per l'andamento dei lavori di questi giorni, per i risultati e le proposte future che verranno fuori da questo incontro. Le conclusioni saranno integrate, nei limiti del possibile, alla politica estera spagnola e da Bruxelles si promuoverà lo studio e la continuazione dei lavori con la prospettiva di una integrazione delle stesse alle politiche europee.

La crescente preoccupazione e la sensibilizzazione della comunità internazionale per i problemi sociali legati alla crescita economica e alla ricerca della pace trovano espressione negli impegni sempre più concreti che i vari paesi stanno assumendo nelle conferenze internazionali.

Il primo Vertice Mondiale sullo Sviluppo Sociale, svoltosi a Copenaghen nello scorso mese di marzo, ha stabilito un nuovo impegno a favore dello sviluppo sociale e ha segnato l'inizio di una nuova fase di cooperazione internazionale fra i governi ed i popoli, basata su uno spirito di compartecipazione.

La IV Conferenza Mondiale di Pechino sulla donna ha recentemente riconosciuto a livello internazionale, una volta e per tutte, la necessità di lavorare per il progresso delle donne ed ha inoltre stabilito, per la prima volta, che l'uguaglianza delle opportunità per gli uomini e le donne è una condizione per lo sviluppo dei popoli.

La Conferenza Euromediterranea ha proseguito su questa stessa linea, e si è configurata come un'iniziativa dell'Unione Europea per costruire un Mediterraneo organizzato come zona di pace, di stabilità, di prosperità e di democrazia.

Se riflettiamo su come portare a compimento e realizzare questi obiettivi, dobbiamo considerare che lo sviluppo sociale, pur essendo una responsabilità nazionale, non si può realizzare senza l'appoggio della comunità internazionale, perché è iniziata, in questo scorcio di secolo, l'era dell'interdipendenza, sia nei problemi che nelle soluzioni. Insieme alla ricerca di una crescente responsabilità compartita a livello internazionale, aumenta l'impegno di ciascun paese a favore del proprio sviluppo sociale. Bisogna pensare, come è stato detto, universalmente ed agire localmente.

A livello universale la comunità internazionale deve impegnarsi decisamente per la pace e la sicurezza, per l'incremento e il consolidamento della cooperazione internazionale e per il miglioramento del contesto economico mondiale. Ma soprattutto, la risposta globale ai problemi che affliggono lo sviluppo deve mirare al rafforzamento dei diritti umani ed alla formulazione di un concetto di sviluppo che sia centrato sulla persona. Potenziare le capacità degli esseri umani: dare nuova forza agli individui, con l'educazione ed il benessere, affinché questi siano capaci di partecipare attivamente alla costruzione delle proprie società.

La piena partecipazione di tutti i membri della società ai processi decisionali è la garanzia più ferma per conseguire uno sviluppo duraturo che possa anche essere equanime e beneficiare tutti nelle stesse proporzioni, evitando la discriminazione sociale e l'emarginazione. E' necessario integrare tra di loro le politiche economiche, culturali e sociali di modo che si sostengano reciprocamente, e riconoscere l'interdipendenza delle due sfere di azione, pubblica e privata.

Senza dubbio, ci stiamo dirigendo verso una società nuova e diversa nella quale bisognerà tenere conto delle nuove forme di partecipazione dei cittadini e della presenza di gruppi sociali emergenti assai forti e motivati. Si fa strada, inoltre, una nuova coscienza sociale che punta sulla realizzazione dei principi di solidarietà per mezzo di azioni concrete. Tali azioni consentono, a tutti coloro che vi partecipano, di sentirsi parte attiva nella soluzione dei problemi e di costatare che l'efficacia del proprio apporto personale contribuisce in modo decisivo alla soluzione dei problemi stessi. Stiamo parlando, insomma, di un nuovo concetto di cittadinanza: una cittadinanza impegnata nei problemi sociali.

Bisogna inserire in questo lavoro e nei programmi di sviluppo tutti i soggetti interessati. Solo così si riuscirà a responsabilizzare  la società intera in sintonia con l'azione dei politici e si darà concretezza al principio, già menzionato, del "pensare universalmente ed agire localmente". Nello stesso tempo, si conseguirà una gestione più efficace delle risorse con l'utilizzo del prezioso capitale di energie umane che finora è andato sprecato e potremo inoltre gestire insieme e stimolare i cambiamenti sociali. Le ONG e le associazioni stanno svolgendo, in misura sempre maggiore, un lavoro fondamentale che si avvale di una serie di richieste, critiche e pressioni rivolte ai vari Stati affinché questi si assumano la responsabilità di agire per lo sviluppo sociale.

Oltre al favorevole contesto politico internazionale ed alla globalizzazione dell'economia, un altro aspetto che ci è dato osservare è quello del crescente interscambio culturale che è il prodotto della rivoluzione dei mezzi di comunicazione e dell'imponenza dei movimenti migratori. Così, le nostre società stanno imparando sempre di più ad applicare i valori democratici della tolleranza e del rispetto delle differenze non solo nell'ambito della propria cultura nazionale, ma anche a partire da una realtà  composta da molteplici  etnie, religioni e culture che, seppure presente in altri luoghi, appartiene soprattutto al Mediterraneo. In tale contesto, la partecipazione della società civile sta diventando una questione cruciale del nostro tempo. La ricchezza, l'intensità e la forza di questo Forum Civil Euromed forniscono un ulteriore esempio di tale fenomeno, con il ruolo diverso che svolge, e continuerà a svolgere, nella promozione del dialogo e della cooperazione.

E' necessario promuovere lo sviluppo e riconoscere in modo completo, oltre all'applicazione universale dei diritti umani, le particolarità sociali, sessuali, culturali e religiose che esprimono la diversità degli esseri umani liberi; ma bisogna anche dire che nessuna religione, nessuna cultura e nessuna tradizione possono fornire il pretesto, la ragione o l'alibi per esercitare discriminazioni e violenze contro gli esseri umani.

In tale contesto, assumono un ruolo determinante eventi, quali la recente Conferenza Euromediterranea, che servono per continuare a riflettere e per migliorare il nostro impegno nella ricerca comune della pace, della prosperità e della democrazia e per promuovere il dialogo tra le società civili, lottando contro qualunque forma di discriminazione  e coinvolgendo anche le città, le regioni, le università, la cultura, i mezzi di comunicazione in un obiettivo tanto lodevole. Occorre lavorare per assicurare la piena integrazione di tutti i cittadini nella vita sociale e, inoltre, l'integrazione delle minoranze etniche e degli immigrati. Bisogna continuare a lavorare per il primato della tolleranza e per il rispetto delle differenze.

Tutti insieme dobbiamo continuare a costruire questo spazio comune e, dunque, i vostri accordi, le vostre riflessioni e gli studi di questi giorni, insieme all'idea di istituzionalizzare questo Foro, rappresentano dei contributi fondamentali per costruire un dialogo fruttuoso, efficace e partecipe tra i governi e i rappresentanti della società civile.

Per queste ragioni voglio concludere adesso questo mio breve intervento augurando il successo di questa Conferenza, di questo Foro, con l'auspicio che tutti noi possiamo continuare a lavorare e progredire nei progetti che ci uniscono.