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IMMIGRAZIONE: FOUAD ALLAM,DEFINIRE COMPETENZE CONSULTA ISLAM

(ANSAmed) - ROMA, 19 apr - Costruire politiche pubbliche per l'immigrazione "assenti da anni", definire le competenze specifiche della Consulta per l'islam, superare la Bossi-Fini che "non è una legge sull'immigrazione ma si limita a definire un contratto di lavoro", far firmare allo straniero che chiede la residenza un "patto di convivenza": ha le idee chiare sulle cose da fare Khaled Fouad Allam, neodeputato eletto in quota Margherita, che insieme ad Ali Rashid (Prc) è il primo parlamentare italiano di origine araba e cultura islamica. Del nuovo incarico parlamentare non vuole ancora parlare - "non c'é stata ancora la proclamazione" precisa - ma le proposte sono già abbozzate. Partendo dalla necessità - afferma nel suo intervento alla presentazione della pubblicazione "Politiche per l'immigrazione: dall'emergenza alla governance" a cura dell'associazione "Nessun luogo è lontano" in collaborazione con la Provincia di Roma - di acquisire tutti, italiani e stranieri, la "consapevolezza di partecipare a un destino unico". La questione dell'immigrazione, precisa Fouad Allam, non è una cosa solo italiana, ma investe tutti i Paesi: bisogna fare i conti, avverte, con la continua trasformazione delle società, che sempre più diventano multietniche e quindi multiculturali. In Italia, aggiunge, mancano da anni delle serie politiche in questo senso: la Bossi-Fini, ad esempio, secondo il neodeputato non è una legge per governare il fenomeno migratorio, ma solo una normativa per definire il rapporto tra lavoratore straniero e datore di lavoro. "Spero che il prossimo Parlamento e il futuro governo - ha detto - affrontino la questione come va affrontata, cioé come un fenomeno complesso". L'integrazione, secondo Fouad Allam, passa anche attraverso il diritto di voto, ma questo, avverte, "non è una bacchetta magica, come dimostrano i fatti di terrorismo accaduti in Gran Bretagna e Spagna". "Il diritto di voto è un mezzo - precisa - ma occorre la consapevolezza del fatto che cittadinanza significa sentirsi a casa propria, significa unità nella diversità". Quindi, Allam rilancia la proposta di un "patto di convivenza" in diverse lingue, da far firmare agli immigrati al momento della richiesta della residenza, un "atto simbolico" perché "la politica ha bisogno di simboli". Chiede poi interventi concreti anche a livello locale, a partire da nuovi piani regolatori "che evitino la ghettizzazione degli immigrati nelle città e nei quartieri". Infine, una parola sulla Consulta per l'islam istituita dal ministro dell'interno Giuseppe Pisanu. "E' ancora presto per parlarne" puntualizza, ma poi lancia un paio di proposte: bisogna definire le competenze specifiche, cioé cosa può fare e cosa non può fare la consulta, e poi mancano due figure importanti, quella del teologo e quella dello specialista di diritto musulmano che studi questioni specifiche, come ad esempio i cimiteri. (ANSAmed) AB

19/04/2006 18:12

 

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