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UN APPELLO PER L'ACCADEMIA

di Predrag Matvejevic, Michele Capasso


Roma, 16 febbraio 2000. Ci ritroviamo, dopo quasi sei anni dall’inizio del nostro viaggio lungo una rotta difficile, a tracciare il bilancio di un’azione tesa a restituire dignità ai popoli mediterranei e riunirli in una "Grande Casa Comune".
Con il "Laboratorio Mediterraneo", da noi fondato nel 1994, abbiamo attivato un processo importante che, oggi, giunge al suo ultimo approdo.
La "Casa Comune dei popoli mediterranei" oggi si é costituita, legittimamente riconosciuta con atti ufficiali di Governi, Regioni, Province, Città ed Istituzioni dei vari Paesi che rappresentano oltre 150 milioni di cittadini: è l’Accademia del Mediterraneo, fondata a Napoli il 10 ottobre 1998 dalla nostra Fondazione, su mandato dei 2248 partecipanti al II Forum Civile Euromed.
561 istituzioni aderenti, più di 70 sedi distaccate nei vari Paesi euromediterranei, attività di rilevante importanza svolte e programmate: questi alcuni numeri dell’Accademia che, entro breve, dovrà stabilire definitivamente dove allocare la sua sede centrale e, con essa, la "Maison de la Méditérranée": la Casa Comunale dove i Paesi e le istituzioni aderenti vogliono esporre e raccontare la propria storia, la propria cultura, il proprio futuro. Un percorso fisico che, attraverso le tecniche multimediali, ricostruisce un viaggio unico attraverso la geografia, la storia, la cultura, la religione, la tradizione, la politica, il destino. Un’occasione irripetibile, un’opportunità storica per quella Città, quella Regione e quello Stato che ospiteranno la sede centrale di questa istituzione e che molti già prevedono diventare la "Bruxelles" del Mediterraneo.
L’Italia, la Campania e Napoli sono i naturali candidati ad ospitare la sede centrale: il Secondo Forum Civile Euromed si è svolto a Napoli nel dicembre 1997 ed in quell’occasione nacque l’idea dell’Accademia che si è, poi, costituita proprio a Napoli con una solenne cerimonia svoltasi il 10 ottobre 1998 nel Castel dell’Ovo alla presenza dei rappresentanti dei Governi e delle istituzioni dei vari Paesi. E sempre a Napoli, il 10 aprile 1999, nella Sala giunta del Palazzo San Giacomo, il Sindaco di Napoli Bassolino - alla presenza di Ministri, esponenti di Governo, premi Nobel e membri fondatori dell’Accademia - ha ufficializzato con una delibera l’offerta di uno storico edificio da parte della Città di Napoli quale sede centrale dell’Accademia.
Tutte queste manifestazioni di volontà politica non riescono a tradursi in azioni concrete. L’Italia difficilmente diventa un sistema e questo genera frustrazione o, spesso, fa perdere occasioni storiche non più ripetibili. Come il caso dell’Accademia del Mediterraneo che, di fatto, costituisce oggi la principale istituzione attuatrice del "terzo pilastro" (quello della cultura, della ricerca, del dialogo, ecc) previsto dalla Dichiarazione di Barcellona del novembre 1995 che ha iniziato il processo di partenariato euromediteraneo da parte dell’Unione europea.
Il processo di Barcellona si è trovato in questi anni dinanzi ad ostacoli rilevanti causati, spesso, da letture continentali del Mediterraneo.
Oggi molti di questi ostacoli sono dietro le nostre spalle e si apre una nuova fase.
Le Conferenze ministeriali successive a Barcellona (Malta, 1997; Palermo, 1998; Stoccarda, 1999) ed i Forum della Società Civile (Barcellona, 1995; Napoli, 1997; Stoccarda, 1999) sono stati resi possibile grazie agli sforzi dell’Unione europea ed a quelli dei Paesi euromediterranei che hanno sottoscritto la dichiarazione di Barcellona: Portogallo, Spagna, Francia, Italia, Grecia, Turchia, Cipro, Malta, Siria, Libano, Palestina, Giordania, Israele, Egitto, Tunisia, Algeria, Marocco, Germania, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Austria, Danimarca, Svezia, Finlandia, Gran Bretagna, Irlanda.
L’Unione europea ha maturato la sua strategia nei confronti del Mediterraneo e, attraverso il suo patrimonio di esperienze, diventa un’eccezionale piattaforma in cui si riuniscono le idee e le azioni delle diverse istituzioni ed organismi dei Paesi euromediterranei: in questo modo è terminata una fase pessimistica in cui si parlava di un’Europa senza la sua culla: il Mediterraneo.
Abbiamo ascoltato le voci qualificate dei Capi di Stato che si dichiarano pronti ad appoggiare questa nostra azione sulle diverse rotte del Mediterraneo e del suo entroterra: questo appoggio ci incoraggia e forse, per la prima volta, permette di uscire dai numerosi piani definiti a volte con molta buona volontà ma consumati nell’attesa e nell’indeterminazione (le Carte di Atene e di Marsiglia, la Convenzione di Genova il Piano Blu seguito dal Pam - Programma di azione per il Mediterraneo). Questi sforzi, lodevoli e generosi nelle intenzioni, stimolati o sostenuti da alcune commissioni governative o da istituzioni internazionali, non hanno conseguito che risultati limitati.
Il Mediterraneo è esistito come stato di cose, non è mai diventato progetto.
Il processo di Barcellona ed i Forum della Società Civile hanno costituito la base progettuale dinamica su cui è stato possibile costruire, con notevoli sforzi e con un lavoro costante e programmato, le azioni della Fondazione Laboratorio Mediterraneo fino a giungere alla costituzione e strutturazione dell’Accademia del Mediterraneo.
Siamo ora ad un punto decisivo: se lo Stato italiano, la Campania e Napoli non saranno in grado di costituirsi in "sistema" ed offrire, entro tempi brevi, concretamente ospitalità e sostegno a questa Istituzione, la Francia e la Spagna - che hanno già da tempo fatto proposte operative e concrete - coopteranno questa opportunità: specialmente la Francia, in occasione dell’assunzione della Presidenza dell’Unione europea a partire dal 1 luglio 2000, intende riacquistare un ruolo di primo piano nel Mediterraneo. Per attuare tale proposito, ha ritenuto di organizzare un importante evento a Marsiglia, il 5 e 6 luglio 2000, che si strutturerà attraverso l’Assemblea generale dell’Accademia del Mediterraneo: quella è l’ultima scadenza per evitare che questa Istituzione - e con essa la rappresentatività legittimata dei Popoli mediterranei - lasci definitivamente Napoli, la Campania e l’Italia per radicarsi nella città di Marsiglia.
Questa ipotesi costituirebbe una contraddizione storica, perché l’Italia è la naturale "passerella" dell’Europa nel Mediterraneo, un promontorio e un’antenna che, attraverso la sua storia e grazie alla sua posizione geografica, da sempre ha captato le mille voci ed i richiami dei vari Popoli. La Campania e Napoli sono il centro naturale di questa azione e, con la presenza dell’Accademia del Mediterraneo, possono acquisire la rappresentatività legittima di un ruolo che la storia e la geografia hanno loro assegnato.
Nel 1994, all’inizio di questo viaggio, come primo approdo della nostra rotta, lanciammo qui a Napoli un appello a favore dei Paesi della ex Iugoslavia, destinato ai popoli mediterranei e a ciò che resta della coscienza sulla nostre rive. Oggi, a termine del viaggio, lanciamo una nuova battaglia nel mare di Napoli, prima di giungere all’ultimo approdo: è un appello rivolto ai politici, agli uomini e donne di cultura e di scienza, alle istituzioni ed agli organismi della società civile di questa Città affinché sappiamo, insieme, cogliere l’opportunità di ospitare la sede centrale l’Accademia del Mediterraneo e, con essa, diventare legittimamente il "centro" del Mediterraneo.

 


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